vi rendo noto il libro del Cesio, ormai un VIP visto anche l' intervista radiofonica, di cui ho una copia che lo stesso autore mi ha regalato ( lo finisco e poi ve lo passo, se siete interessati ).
E' scritto molto bene ( ma io sono ignorante quindi il mio giudizio vale poco ) ma soprattutto è molto interessante in quanto spiega in maniera chiara e lineare l' evoluzione del mondo Ultras.
Bravo Cesio e ancora complimenti.
Francesio Giovanni - Tifare contro. Una storia degli ultras italiani
Titolo
Tifare contro. Una storia degli ultras italiani
Autore
Francesio Giovanni
PrezzoSconto 20%
€ 11,20(Prezzo di copertina € 14,00 Risparmio € 2,80) Prezzi in altre valute
Dati
2008, 206 p., brossura
Editore
Sperling & Kupfer (collana Le radici del presente)
Normalmente disponibile per la spedizione entro 2 giorni lavorativi
In sintesi1968-2007. È racchiusa fra queste date la parabola degli ultras italiani. Dalla fondazione del primo gruppo alle morti dell'agente Filippo Raciti e del tifoso Gabriele Sandri: la fine della storia, se vincerà la linea della repressione a tutti i costi. Sono passati quarant'anni, eppure in molti compresi quei commentatori che il calcio lo vedono solo in tv o quei politici che la curva la osservano dal caldo della tribuna vip - sanno ancora poco del mondo ultras. I giudizi sferzanti, quelli sì, riempiono le colonne dei giornali: "tutti delinquenti", "sono bestie e come tali vanno trattati", "il male assoluto del calcio". In attesa di una terapia più efficace di quella praticata finora - ovvero botte e diffide - e di una gestione meno anacronistica degli stadi è il momento giusto per provare a sollevare il velo dell'ipocrisia e fare luce su un fenomeno che del discusso "sistema calcio" non è nemmeno la parte più marcia. Un libro schietto e provocatorio, per raccontare le curve senza giri di parole. Dal punto di vista di chi la curva l'ha vissuta.
martedì 5 febbraio 2008
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7 commenti:
cliccando sul titolo del post si va direttamente al link del libro.
Complimenti al Cesio, il vero VIP del K2!
Sabato allo stadio mi ha promesso una copia del libro, se ce l'hai tu per me è uguale, quando l'avrai finito me lo passerai.
Sono curioso di leggere come ha dipinto gli ultras, anche se la sua opinione la conosco già e molto bene.
Sabato al gol di DOGA io e il Cesio eravamo abbracciati urlanti: UN BOMBER!!! E' DOGA IL VERO BOMBER!!! E' DUE ANNI CHE LO DICIAMO!!!
Ed entrambi con la meni sulle faccia in quanto incerduli di quanto avevamo visto...
Mi vedo costretto a rientrare nel blog per complimentarmi pubblicamente con l'autore di un libro che parla finalmente di un argomento (gli ultras e il calcio) di cui nel nostro Paese non si parla mai.
E non si capisce perchè questo argomento sia un tabù, quando invece ci sarebbe la necessità di trasmissioni, di libri e di dibattiti che affrontino l'argomento. Non si capisce nemmeno perchè in televisione ci siano sempre tutti gli sport mentre il calcio è totalmente trascurato. Del resto anche della squadra del Mantova non si parla mai, per cui mi pare giusto che anche il blog affronti finalmente l'argomento ripetutamente.
Per ricollegarmi ad altri precedenti post, faccio notare che io non partecipai alla famosa trasferta di Bologna di cui tutti parlano e per questa omissione ero tentato in entrare in analisi psichiatrica: sembrava infatti che chi non c'era non avesse realmente vissuto.
Ho letto poi le condoglianze e i tributi a quel povero tifoso che è morto in autogrill. Ho capito che morire da tifosi di calcio vale di più che morire da persone comuni o da tifosi di sci e di bocce. Se la polizia avesse sparato a me, che magari invece che allo stadio stavo andando a giocare a freccette (tributo al Morgo), giustamente non ci sarebbe stata nessuna sommossa, condanna, indignazione o attestato di solidarietà (Peraltro mi chiedo cosa ci si possa aspettare dalla Polizia se i suoi esponenti si chiamano "Spaccarotella" o "Manganelli")
Hanno ragione gli esperti di calcio: troppo facile condannare gli ultras se distruggono gli stadi; bisogna comprendere, approfondire i problemi che ci stanno dietro. Se un tifoso dà una coltellata, non serve a niente condannarlo penalmente o diffidarlo, solo chi frequenta gli stadi sa di cosa ha veramente bisogno. Solo chi non sa niente di calcio può inveire contro quei tifosi con la sciarpa che copre il viso: poverino, l'ignorante non sa che allo stadio fa molto freddo per cui è giusto che ci si tiri su il bavero. Non si vorrà mica dire che un tifoso non può entrare con la sciarpa, che non c'è la libertà di coprirsi o scoprirsi come si vuole. E poi, suvvia, alzi la mano chi non ha mai lanciato un oggetto contro qualcuno o distrutto qualcosa; io non l'ho mai fatto e mi sento profondamente colpevole, profondamente diverso dagli altri.
Pochi giorni fa ero in coda - bloccato in macchina - perchè allo stadio c'era la partita. Se fosse stata una parita di freccette (nuovo tributo al Morgo) o di tennis (tributo a me stesso) mi sarei imbestialito: come si fa a bloccare una città per una partita di freccette o di tennis, per quanto prestigiosa ?!?!. E con me si sarebbero imbestialiti tutti i tifosi di calcio.
Poi ho pensato che ero bloccato perchè giocava il nostro splendido Mantova e che l'ingresso alla città era transennato proprio per questo motivo. A quel punto mi sono sentito veramente felice e per un attimo il senso di colpa atavico - per non essere allo stadio come tutte le persone normali - si è dileguato. Magia di quell'unico grande sport che tutti noi italiani amiamo più della Patria: il CALCIO !
Giù il cappello di fronte a cotanta dote letteraria degna del Foro.
Peccato siano parole sprecate, buttate al vento...
Personalmente mi ricordo di quando venivi in curva in tempi non sospetti di serie C anche sotto l'acqua, tanto da far esplodere l'entusiasmo (e l'oscillare delle mani) del buon Flavione Taddei
Hai ragione, confesso di essere stato un grande frequentatore della curva. In effetti nella mia vita ci sono stato ben due volte. La prima (fine anni 80 ?) credo fosse un'amichevole Mantova -Suzzara, scandita dal seguente coro: "noi siamo la capitale, voi siete la succursale". La seconda (metà anni 90 ?) credo fosse un Mantova - Triestina e Flavio, dopo avermi incontrato all'entrata, mi ha urlato: "Tu Pietro vai a casa che qui non c'entri un cazzo !!". E in effetti successivamente ho seguito il suo consiglio. Però che ricordi, che momenti in quelle due occasioni e, soprattutto, che bel calcio !? Ha proprio ragione l'imitazione italiana di J.F. Kennedy alias il Pagani romano alias Walter Veltroni: il calcio è per tutti noi italiani lo sport più bello del mondo. Quindi io devo essere evidentemente nato in Congo.
Ho sentito Pagani pronunciare: "YES, WEEK END", altro che Obama
vorrei ricordare a Pietro che se, per caso, camminando in centro a Mantova, si ritrovasse ad essere colpito da una coltellata o "pallottola vagante" sarebbe anche lui un ultras violento e becero che aizza la folla e che fa uso della violenza per farsi intendere: sei stato in curva ben 2 volte !
Questo è abbastanza, anche troppo, per l' opinione pubblica, che cerca di colpevolizzare sempre la vittima e mai l' aggressore e se poi, il povero Pietro colpito e ferito avesse una sciarpa al collo ( anche di colore fantasia, es. hermes, non necessariamente di qualche squadra di calcio ) correrebbe il rischio di essere accusato di istigazione alla violenza ( ma quando t' incrociavo sul cavalcavia in inverno e tu , in bicicletta, avevi la sciarpa sulla bocca per coprirti dal freddo eri tanto diverso dagli ultras? perchè loro devono ammalarsi e tu no? perchè a te è concesso mentre se lo fanno loro sono delinquenti? il freddo del cavalcavia è diverso da quello dello stadio? ).
Alcuni tributi:
1) Adelaide 22/02/06: rissa al torneo mondiale di freccette tra tifosi del campione e dello sfidante finita con 12 arresti e 42 feriti ( i più colpiti da freccette vaganti )con sospensione della finale e titolo rimasto vacante ( per il Morgo )
2) Australia: tifosi greci allontanati dalla polizia dagli spalti dopo rissa e conseguente interruzione della partita di TENNIS che vedeva il greco in netto svantaggio e penalizzato, a detta degli "ultras" ( si potrà usare questo termine anche nel tennis? mah...), da un arbitraggio parziale ( per Pietro )
3 ) Immagino che anche Pietro sia stato a qualche "evento di massa" come ad esempio un concerto ed immagino anche che abbia avuto la corsia preferenziale per arrivarci, niente code, niente ingorghi, niente file per il parcheggio: non era di certo una partita di calcio dove la gente rimane in colonna scancherando perchè non trova il parcheggio e perchè " cazzo ci fa tutta sta gente non poteva venire in bici?". Immagino anche la gioia di chi, abitando nei pressi dell' evento, si sia visto catapultato in transenne e code, caos e clacson ecc.... Mi chiedo se in tutti gli altri paesi del mondo per una partita di basket ( es. USA media spettatori 50.000 persone ), tennis ( es. roland garros media spettatori 30.000 al giorno ), rugby ( es. Francia o Regno Unito stadi da 40/50 mila persone ) e ancora lo sci, il criket ma potrei continuare con altri esempi, la gente non facia code in macchina o se addirittura abbia la possibilità di usare l' elicottero o il teletrasporto per evitare tutti questi disagi.
Se invece parli d' interessi economici spropositati per quel che riguarda il calcio rispetto ad altri sport posso capire e anche darti ragione ma nei tuoi post su questo non c'è alcun cenno quindi è evidente che il tuo sfogo e le tue provocazioni sono molto simili a quelle di chi, con leggi e leggine, ha trovato la panacea sulla violenza negli stadi ma che dentro allo stadio non c'è mai stato ( al massimo 2 volte ) quindi tutto ciò che può esprimere sono solo le banalità di chi non conosce: BRAVO CESIO hai fatto proprio bene a scrivere questo libro !
E NON CI AVRETE MAI COME VOLETE VOI: ULTRAS LIBERI!
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